La musica è matematica, matematica altamente prevedibile e periodica. La coerenza di una melodia è data dal fatto di riprodurre un tema musicale identificabile che risponde a determinate leggi. Anche il jazz, che pure prevede un’alta percentuale di improvvisazione, è in realtà molto codificato. Mozart o Battisti sono “orecchiabili” in quanto il cervello può anticipare la traiettoria della melodia e prevedere cosa la musica farà, ancora prima che essa lo faccia. Quando essa fa quello che il cervello ha previsto che lei faccia, il cervello gode. 

Se una persona musicalmente analfabeta si mette a strimpellare su un pianoforte, le singole note non sono di per sé brutte, ma ciò che risulta fastidioso per il cervello è la totale assenza di coerenza fra una nota e l’altra. Non c’è un tema musicale che si sviluppa seguendo un ritmo e una notazione precisa. Il cervello non riesce a seguirne e ad anticiparne la dinamica e quindi non apprezza.

Ecco, quello che stiamo per raccontarvi non ha nulla a che fare con la musicoterapia, ma riguarda il concetto di musica come vettore, come strumento utilizzato in un metodo innovativo, non invasivo e indolore che permette di allenare il cervello, ottimizzando la sua attività e promuovendo miglioramenti a livello cognitivo e emotivo. 

Questa tecnica si chiama Neurofeedback Dinamico non Lineare Neuroptimal® un metodo che si sta diffondendo anche in Italia, mentre sono sempre di più gli studi scientifici che ne confermano l’efficacia. Ne parliamo con il Dottor Francesco Lanza di Bergamo (fondatore di SIND NEUROTTIMO SRL SB, che con la sua società, in poco più di un anno, ha formato in questa tecnica più di 150 operatori).

Il 7 settembre nella sala del MAC (Musica Arte Cultura) in piazza Tito Lucrezio Caro 1, a Milano SIND ha invitato il dott. Valdeane Brown PHD, creatore e inventore del sistema Neuroptimal®, che dalle ore 14,30 alle 18 incontrerà un ampio pubblico di terapeuti e non per presentare le potenzialità del suo sistema.

Il sistema di Neurofeedback Dinamico non Lineare Neuroptimal® è in grado di analizzare i dati elettroencefalografici 256 volte al secondo e di determinare grazie alla matematica e alle neuroscienze un margine di variabilità ottimale per ogni cervello in ogni momento. Questo margine di variabilità cambia continuamente. Il sistema segue passo a passo il cervello in questi stati di transizione e quando esso entra in un’instabilità funzionale oltrepassando tale margine di variabilità, lo avverte nel millisecondo successivo tramite una semplice interruzione, di brevissima durata, nel flusso continuo della musica” spiega Lanza.

L’effetto è quello di ascoltare un disco a 33 giri rigato con la puntina che salta. Ed ecco dunque il feedback fornito da Neuroptimal al cervello. L’interruzione disattende le attese di coerenza del cervello riguardo alla musica melodica che sta ascoltando, nell’esatto momento in cui esso entra in una zona di turbolenza, di instabilità, di cambiamento. La risposta del cervello si chiama “risposta di orientamento”. Cosa sta succedendo? si chiede il cervello”. 

Perché ogni volta che viene compiuta questa operazione avviene un’interruzione del suono? “Alla risposta di orientamento, valutata l’assenza di un pericolo incombente, segue la ‘risposta di rilassamento’ e la successiva ‘riorganizzazione attraverso il caos’. E cioè la ricerca a random di una soluzione alternativa agli schemi disfunzionali acquisiti, con susseguente ottimizzazione delle funzioni neuronali, secondo un principio di autoguarigione.

La musica utilizzata durante la seduta (composta dal Grammy Award Winner Jeff Bova, che nella sua carriera di produttore e arrangiatore ha colaborato con Celine Dion, Michael Jackson e curato l’orchestrazione dell’album The Book of Souls degli Iron Maiden)è in generale una musica rilassante, ma si potrebbe mettere qualsiasi tipo di musica. Essa non è altro che un vettore che trasporta l’informazione sotto forma di interruzione, feedback negativo, per l’ottimizzazione dell’attività corticale di una persona” spiega Lanza.

Che aggiunge: “Come si svolge una seduta? La persona è comodamente distesa su una poltrona reclinabile e l’unica consegna da seguire è quella di rilassarsi il più possibile, accompagnati dalla musica in un ambiente a luce soffusa. Cinque sensori applicati sulla scatola cranica registrano l’attività cerebrale e inviano i dati al computer. Secondo il meccanismo sopra descritto di seduta in seduta il cervello recupera efficienza e plasticità. Neuroptimal non dice al cervello quello che deve fare, ma semplicemente quello che sta facendo.

Lo rende consapevole, in modo da potersi migliorare, ottimizzare. Come un ballerino che danza nella sala degli specchi al fine di armonizzare i suoi movimenti. Danzando matematicamente con quel cervello Neuroptimal è in grado di cucirgli addosso un vestito su misura, che farà sì che ogni sessione sarà l’inizio di una nuova e sempre diversa avventura. Neuroptimal, non è un medical device nel senso che esso non nasce per curare un sintomo in particolare e non ci sono protocolli specifici in funzione della diagnosi che la persona presenta. Il protocollo è identico per tutti, ma, come detto, ogni seduta sarà unica e irripetibile, dinamicamente adattiva all’attività corticale di quel singolo individuo in quel singolo momento” racconta. 

“Come già sottolineato, la premessa molto importante da fare è che Neuroptimal® non è un trattamento medico o una terapia specifica per nessun sintomo o malattia e che non sostituisce un trattamento specifico quando questo si renda necessario. Ciò detto, il principale campo di applicazione è quello di attivare tutte le risorse positive, aiutando a gestire meglio il sonno e lo stress e di migliorare in conseguenza la qualità della vita delle persone affette da disturbi quali ansia, attacchi di panico, insonnia, emicranie, fibromialgia, tachicardia e sindrome da fatica cronica. Si rivela efficace anche per aiutare persone affette da stati depressivi. Ottimi risultati si ottengono anche con persone affette degli acufeni o tinnitus. Sappiamo quanto questo problema sia ampiamente diffuso in tutta la popolazione (ne soffre il 15% e nel 3-4% dei casi questo problema è seriamente invalidante), ma ancor più i musicisti” sottolinea Lanza.

“La sua efficacia è stata avvalorata da una recente ricerca svolta dal dottor Aldo Messina (responsabile del Dipartimento di Biopatologia e Biotecnologie mediche, Unità Operativa di Audiologia, A.O. Policlinico Paolo Giaccone di Palermo), dal dottor Giorgio Raponi (otorinolaringoiatra e otoneurologo ASST-Milano Nord), dalla psicologa dottoressa Marianna Franco e dalla consulente statistica dottoressa Michela Maria di Nardo” ricorda. 

“Lo studio ha coinvolto pazienti volontari, con diagnosi di acufene, sottoposti a una serie di sedute di Neurofeedback Dinamico non Lineare, a misurazioni audiometriche e questionari di autovalutazione riguardanti l’handicap provocato dall’acufene, il livello di preoccupazione patologica, la depressione, l’ansia, lo stress e la qualità del sonno con risultati significativi. In campo neurocognitivo, studi ne attestano l’efficacia per aiutare persone affette da deficit di attenzione, iperattività, i principali disturbi specifici dell’apprendimento – DSA (dislessia, disprassia e discalculia).

Le malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, il Parkinson e la demenza senile traggono giovamento nella stabilizzazione dell’umore dei pazienti con un conseguente miglioramento su vari fronti. Il Neurofeedback Dinamico non Lineare, essendo in primis un ottimizzatore delle funzioni neuronali ed un training cerebrale, è infine utilizzato nella ricerca delle peak performaces (prestazioni di alto livello) da sportivi di alto livello, artisti, creativi, musicisti, intellettuali, ed in ambito aziendale per la gestione dello stress e il miglioramento delle prestazioni lavorative. Mi preme poi aggiungere che Il Neurofeedback Dinamico non Lineare non è invasivo, non ha effetti collaterali ed è indicato a tutte le età“.

FONTE: PANORAMA.IT